La produzione di carne è spesso oggetto di critica da parte degli ambientalisti perché considerata impattante per l'ambiente in tutte le sue fasi, compromettendo così il consumo e, di conseguenza, il consumo a livello globale. Ma la scienza come risponde a questa nuova necessità da parte dei consumatori? Vediamo le nuove tecnologie che il mondo dell'industria e della ricerca stanno adoperando per far fronte a questa nuova esigenza dettata non solo dai consumatori, ma soprattutto dai cambiamenti climatici che stanno impattando il mondo intero.
Il consumo e produzione di carne a livello globale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, sono in costante crescita, richiedendo alle industrie produttive un maggiore sforzo per ridurre il loro impatto ambientale. Dal momento in cui il miglioramento nell'efficienza, e i maggiori impatti, avvengono all'interno del livello produttivo, è importante concentrarsi non solo sulla loro sostenibilità, ma anche sulla loro redditività.
In diverse aree del mondo, la produzione di carne è socialmente ed economicamente rilevante perché rappresenta una grossa porzione della produzione agricola, e quindi un settore economico vitale per i territori montani e collinari di molte regioni, dove le alternative alla produzione agricola sono piuttosto scarse. Proprio per il ruolo essenziale che l'economia agricola ricopre nell'economia alimentare globale, il futuro dell'industria della carne è legato alla riduzione del suo impatto ambientale, con l'obiettivo di adottare pratiche di mitigazione agro-ecologica e il simultaneo miglioramento delle performance di produzione e qualità del prodotto.
Quali sono quindi le tecniche e soluzioni che possono contribuire al miglioramento dell'efficienza delle industrie della carne e, allo stesso tempo, ridurre il loro impatto ambientale, rispondendo così ad una crescente preoccupazione da parte dei consumatori e cittadini?
Come anticipato, la catena produttiva gioca un ruolo significativo nell'economia agricola globale. Il futuro di questi sistemi si appoggia in modo significativo nella loro abilità di incontrare le nuove esigenze della popolazione relative alla loro sostenibilità ed efficienza. Alcune nuove tecnologie sono già pronte per essere utilizzate per favorire il miglioramento del settore della carne su vari livelli della catena di produzione. Per questo motivo, il supporto tecnico e scientifico possono aiutare il futuro del sistema di approvvigionamento rispondendo alle perplessità di consumatori e cittadini.
La produzione di carne bovina è cresciuta in maniera costante nell'ultima metà del secolo, con un tasso variabile dell'1.59%, raggiungendo 67.354 milioni di tonnellate nel 2018; i trend temporali, quadratici e cubici prevedono una resa che varia dalle 69 alle 89 milioni di tonnellate entro il 2030. Questo trend è parte della continua crescita globale della disponibilità di carne registrata nello stesso periodo, guidato principalmente dall'aumento del consumo di tutte le tipologie di carne globalmente.
Ciononostante, la dinamicità con cui la carne è disponibile mostra, dalla prima posizione che ricopriva negli anni '60, un significativo calo di consumo di carne bovina dall'inizio del secolo (8.8Kg per persona nel 2018); dall'altra parte, il consumo individuale di carne di maiale, dominante per oltre 50 anni, è stato largamente superato dal consumo di pollame (15.8kg VS 16.7kg per persona rispettivamente), il che la rende la carne maggiormente consumata nel mondo.
Ovviamente, questa previsione non considera gli impatti di lungo termine della pandemia da Covid-19 la quale, come affermato dalla recente analisi condotta dalla OECD-FAO (2020), "non vi è ancora certezza, ma la produzione e consumo di carne (includendo la macellazione e lavorazione), specialmente nel settore dei servizi alimentari, ne verranno affetti", non tanto per "il gli output legati alla carne suina, i quali resteranno sottomessi nei primi 5 anni del periodo considerato come conseguenza dei focolai pandemici, presenti in Cina e Vietnam in modo significativo".
In ogni caso, non va dimenticato che la redditività e sostenibilità dell'industria del manzo su scala globale è una materia piuttosto complessa. Infatti, la varietà dei sistemi di allevamento esistenti nel mondo e il numero di fattori condizionanti non ci permettono di definire uno migliore rispetto ad un altro. Al contrario, è necessario identificare le migliori strategie gestionali nelle diverse condizioni di allevamento, tenendo presente che alcune di queste difficilmente possono subire variazioni (ad esempio come conseguenza delle condizioni climatiche).
Allo stesso tempo, è necessario pensare ad un sistema produttivo in costante evoluzione, associato allo sviluppo economico e culturale non solo degli allevatori, i quali sono piuttosto diversi a seconda della provenienza geografica, ma di tutte le componenti della catena di fornitura, includendo anche la parte relativa ai consumatori. Gli allevamenti lattiero-caseari dovrebbero venire considerati un'importante risorsa per la produzione del manzo e per l'ottimizzazione di procedure di incrocio: infatti, l'incrocio dei vitelli potrebbe venire realizzato in vista di una maggiore produzione e fornitura.
Le opportunità derivanti dalle inseminazioni dovrebbero incrementare il miglioramento genetico delle mandrie da latte e anche la qualità della resa della carne derivante dai bovini da latte incrociati. Per raggiungere questi obiettivi, il settore richiede chiaramente una pianificazione focalizzata sulla riproduzione dei bovini da latte, un sostanziale miglioramento del sistema di valutazione della carne per una migliore comunicazione al pubblico dei tagli ed utilizzo delle carcasse ed evitare perdite commerciali dovute alla promozione della carne derivata da incrocio.
L'impatto ambientale e i benefici della produzione del manzo variano in modo netto a seconda del sistema produttivo. L'esperienza e la letteratura mostrano che la produttività tende a ridurli, mentre vi sono molte strategie non legate alla parte nutritiva che influenzano positivamente le performance ambientali degli allevamenti di bovini. Sarà necessario rendere il settore economicamente efficiente, più trasparente e maggiormente affidabile per gestire la qualità del prodotto, e di conseguenza migliorare la fiducia del consumatore.
Le pratiche nutrizionali analizzate vengono riconosciute come le più efficaci nel ridurre il loro impatto ambientale nella produzione della carne di manzo, e possono essere così riassunte:
- Alimentazione di precisione: diete formulate per incontrare le necessità degli animali senza l'apporto di nutrienti in surplus;
- Adeguata alimentazione delle vacche da pascolo per ottimizzare i parametri di riproduzione, riducendo il tempo di ingrassamento dei vitelli;
- Diete formulate per raggiungere elevati parametri dei bovini da carne, in particolar modo negli allevamenti intensivi; in questo modo, i costi ambientali e di mantenimento sono ammortizzati per un maggiore raggiungimento di peso, riducendo l'impatto per kg delle carcasse o della carne;
- Miglioramento della qualità del foraggio per ridurre l'acquisto di alimenti esterni ed il concomitante aumento dei costi in termini ambientali;
- Utilizzo dei sottoprodotti per la riduzione dei costi di alimentazione e contribuendo così all'economia circolare;
- Utilizzo esclusivamente degli additivi permessi per ridurre le emissioni di metano.
Questi vogliono essere alcuni essenziali miglioramenti che possono essere immediatamente apportati su scala locale e globale, e rispettarli potrebbe condurre non solo ad una migliore produzione di carne, meno impattante per l'ambiente, ma soprattutto ad una rinnovata fiducia da parte dei consumatori verso un settore troppo spesso oggetto di critiche.
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