Le alghe marine sono oggetto da diversi anni di studi e ricerche sui loro benefici per l'alimentazione sia umana che animale per svariate ragioni: la loro ricchezza di proteine e la facile reperibilità e coltivazione rispetto ad altre specie vegetali. Ecco perchè questo alimento si rivela essenziale anche per il settore zootecnico che vuole avvicinarsi sempre più ad una sostenibilità in tutte le fasi di produzione, dall'allevamento al consumo finale. Ecco quindi una nuova ricerca che mostra i benefici dell'alga rossa e bruna, specie diffusa maggiormente in Norvegia.
Le alghe marine vengono utilizzate come risorsa di nutrienti e di componenti benefici per la salute da migliaia di anni e vengono ancora utilizzate in particolar modo nelle regioni asiatiche. Il loro potenziare per divenire essenziali fonti nutritive per gli animali è oggi sotto esame in diversi laboratori del mondo perchè, secondo recenti studi, il contenuto proteico di alcune specie contiene un bilanciamento ottimale della composizione di amino acidi abbastanza elevato per renderle essenziali nel processo di alimentazione.
Fino ad oggi, i valori nutritivi delle alghe è stato descritto e valutato basandosi esclusivamente sull'analisi di alcuni studi in vitro; tuttavia, per sprigionare il loro reale potenziale all'interno delle diete monogastriche, questi alimenti devono essere analizzati in vivo. È un dato di fatto che la conoscenza dei nutrienti delle alghe è ancora decisamente limitata e che anche i dati sugli aminoacidi a favore della digeribilità non sono ancora disponibili. Ciononostante i risultati disponibili dai pochi studi condotti mostrano che le alghe potrebbero venire incluse nelle diete per monograstrici senza particolari effetti sulle performance, anche se il valore nutrizionale complessivo potrebbe risultare basso in proteine ed energia ADC.
Nonostante alcuni studi in vivo condotti sui ruminanti hanno mostrato alcuni effetti negativi che potrebbero compromettere la loro salubrità, recenti analisi mostrano alcune specificità differenti. Nelle acque della Norvegia è diffusa la presenza di due alghe marine quali Saccharina latissima, la bruna e Palmaria palmata, la rossa. Un recente studio ha valutato il tenore proteico di entrambe le specie e i loro possibili effetti a carico della morfologia e della funzionalità dell’intestino in aggiunta ad altri organi. La specie modello esaminata è stata il visone, molto utilizzata per gli studi di digeribilità dei nutrienti nei monogastrici.
Nell'alga marrone comune il contenuto di alginato è elevato, e queste contengono anche alcune cellulose, laminaran, mannitol e fucoidan; d'altro canto, però, il suo contenuto proteico è inferiore rispetto all'alga rossa in analisi, differendo anche nel contenuto di minerali, elemento da tenere in stretta considerazione per il suo inserimento all'interno di una dieta animale. Da tenere presente, inoltre, è l'elevato contenuto di iodio nell'alga marrone, il quale potrebbe presentare alcune problematiche sulla salute di soggetti predisposti.
La prova di alimentazione ha previsto l’impiego di due diversi prodotti da ciascuna alga ovvero la biomassa disidratata e il concentrato proteico. Entrambi sono stati destinati alla formulazione di 5 mangimi, compreso anche un mangime di controllo a base di farina di pesce. I risultati della prova hanno evidenziato un basso valore biologico del contenuto proteico algale e, solamente il concentrato proteico di Palmaria, potrebbe essere preso in considerazione come fonte proteica. Inoltre, a carico del tratto gastrointestinale, l’impiego dei prodotti algali non ha alterato né la struttura né la funzionalità intestinale. Infine, i risultati emersi a carico di altri organi dovranno essere confermati da futuri studi volti ad accertare la sicurezza di utilizzo dei prodotti algali nell’alimentazione animale.
Per realizzare il suddetto studio è stato scelto il visone Neovison (o visone maschio adulto) come modello di analisi: questo perchè è una tipologia ben strutturata in grado di produrre risultati precisi per un numero limitato di animali, nonostante gli studi a disposizione risultino ancora pochi. Lo scopo principale della ricerca è stato quello di valutare la qualità delle proteine all'interno dei prodotti per trovare possibili effetti sia sulla salute degli animali, che nelle funzioni dell'intestino ed organi.
Fonti:
L'articolo è il frutto della traduzione e riadattamento del seguente studio: https://doi.org/10.1016/j.anifeedsci.2021.114902
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