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Redazione ASPA

L'amido delle patate e i suoi utilizzi, anche come mangime innovativo



Tutti le conosciamo e le amiamo: le patate sono protagoniste della nostra tavola da tempi immemori e possono venire utilizzate in tanti modi, anche in ambito zootecnico. Una recente ricerca di Sar et al. mostra come il riutilizzo di sottoprodotti derivanti dalla lavorazione dell'amido di patata possano aiutare la produzione di una biomassa fungina altamente proteica utile come mangime per gli animali. Vediamo qui i dettagli.


Gli alimenti e i mangimi innovativi sono una delle tendenze in rapida crescita dell'industria alimentare; allo stesso tempo, fornire cibo di alta qualità alla popolazione mondiale in rapida crescita rappresenta un'altra importante sfida. I prodotti alimentari ricchi di proteine, prodotti da alghe, funghi (funghi filamentosi e lieviti) e batteri, infatti, hanno attirato l'attenzione dei consumatori in quanto alternative più sane e sostenibili alla carne rossa e sono anche ingredienti promettenti nei mangimi per animali.


In America e in Europa, le patate sono un terreno di coltura molto utilizzato per la crescita di funghi, in quanto vengono accumulate grandi quantità di sottoprodotti per la produzione di fecola e patatine fritte.



Dopo il processo di produzione dell'amido patate, il liquido rimanente viene riscaldato tramite vapore a 110°C e convertito in liquore proteico di patata (PPL). In passato si è cercato di utilizzare questo sottoprodotto come additivo per l'alimentazione del bestiame o come fertilizzante nelle attività agricole, ma con scarsi risultati a causa della sua bassa concentrazione proteica e della formazione di cattivi odori durante la conservazione.


Nel lavoro di Sar et al. (2022), è stata confrontata la produzione di biomassa fungina coltivata nel liquore proteico di patata utilizzando diversi ceppi di funghi del genere Rhizopus, Aspergillus e Neurospora per renderli possibili fonti proteiche alternative sia in alimentazione umana che animale.


I funghi coltivati in questo substrato hanno mostrato un alto contenuto proteico (53% di proteina grezza), in particolare si è osservata un’elevata presenza di aminoacidi essenziali come lisina e leucina, mentre il contenuto di istidina e metionina è risultato più basso.


Anche la composizione lipidica è molto interessante: sono risultati alti livelli di acido α-linolenico, un acido grasso essenziale omega3 indispensabile per il supporto energetico e la regolazione delle attività enzimatiche, e altri acidi grassi come l’acido palmitico che possono migliorare la qualità dei prodotti di origine animale (come il latte).


Inoltre, nei funghi analizzati sono state trovate tracce di vitamina E (importante antiossidante) e alti livelli di minerali quali ferro, zinco, rame e manganese. Ciò è dovuto alla naturale presenza di questi micronutrienti nella patata, che sono stati passati tramite la coltivazione diretta di questi funghi sul sottoprodotto.


I funghi coltivati su questo terreno hanno dimostrato di essere validi alimenti grazie al loro contenuto proteico e lipidico. Ciononostante, sono necessari ulteriori studi che dimostrino che questo metodo di coltivazione sia sicuro sia per la salute umana che animale.


 

Fonte:

Sar T., Larsson K., Fristedt R., Undeland I., Taherzadeh M. J. (2022). Scale production of protein-rich fungal biomass from potato protein liquor for use as innovative food and feed products. Food Bioscience vol 47, article 101637. https://doi.org/10.1016/j.fbio.2022.101637


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