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Redazione ASPA

Proteine del futuro? La Danimarca studia stelle marine e cozze



Le proteine sono una fonte essenziale per il nutrimento degli animali, ed è importante poterle fornire in modo sicuro. Sempre più frequentemente le ricerche si concentrano su metodi alternativi per la produzione delle proteine che non vadano ad impattare sull'ambiente, e proprio dalla Danimarca arriva un'interessante studio sulle cozze e le stelle marine che potrebbero rivelarsi un'ottima alternativa. Vediamo i dettagli.


Le proteine sono un nutriente essenziale per la produttività degli animali di interesse zootecnico. Farina di pesce e di estrazione di soia sono due degli ingredienti principali utilizzati per soddisfare il fabbisogno proteico nei mangime perché forniscono livelli sostanziali di proteine e aminoacidi essenziali. Tuttavia, le fluttuazioni dei prezzi, la deforestazione e le emissioni di gas serra legate alla produzione e al trasporto della soia, nonché l’eccessiva pesca, spingono il mercato verso la ricerca di ingredienti innovativi ricchi di proteine. Idealmente, queste materie prime alternative dovrebbero, oltre a fornire proteine di elevata qualità, anche avere un impatto negativo minimo sull'ambiente ed essere, possibilmente, prodotte localmente.

In Danimarca, stelle marine e cozze hanno fatto oggetto di studi per valutare il loro potenziale nell’alimentazione avicola e suina.


Le stelle marine sono considerate un problema importante negli allevamenti di mitili in quanto possono causare perdite importanti. Esse devono essere rimosse regolarmente dai siti di coltivazione delle cozze generando un sottoprodotto che potrebbe essere valorizzato nella mangimistica.


Con una concentrazione media di proteina del 39% (sostanza secca), la farina di stelle marine contiene livelli considerevoli di aminoacidi essenziali, sebbene la maggior parte sia leggermente inferiore ai livelli presenti nella farina di pesce. E’ stato riportato che le proteine la farina di stelle marine è ben digerite dai suini, con una digeribilità ileale standardizzata dell'80%. Tuttavia, la farina può tuttavia contenere dal 20% ad oltre il 50% di ceneri.


Questa concentrazione di ceneri altamente variabile è dovuta alle fluttuazioni nella composizione dei nutrienti durante il ciclo riproduttivo. Nelle acque danesi, uno studio sulla variazione stagionale ha determinato il momento ottimale di raccolta al fine di massimizzare il contenuto proteico e ridurre al minimo quello in ceneri. Nei suini, livelli di inclusione che non superano il 7.5% hanno dato risultati in grado di sostenere gli accrescimenti. Tuttavia, livelli superiori risultano in un peggioramento delle prestazioni a causa dell'eccesso di calcio che riduce la disponibilità di fosforo.


Le cozze valutate per l'alimentazione animale possono essere quelle non adatte all'uso alimentare (di solito a causa delle loro dimensioni). In alternativa, poiché le cozze filtrano azoto (N) e fosforo (P) dall'acqua, possono essere utilizzate cozze coltivate per mitigare l'eutrofizzazione. Questo crea un flusso circolare di nutrienti in cui N e P in eccesso provenienti dalle attività terrestri vengono riciclati nella catena alimentare.


L’elevata percentuale proteica (60-70% sostanza secca) ed il profilo in amino acidi essenziali molto simile a quello della farina di pesce, fanno delle cozze un potenziale sostituto della farina di pesce. Prove di digeribilità effettuate su suini hanno evidenziato dei coefficienti pari all’83%. Nella dieta di galline ovaiole, livelli di inclusione dal 4 al 12% in sostituzione totale della farina di pesce hanno riportato buoni indici produttivi e una modificazione del colore del tuorlo dovuto alla presenza di carotenoidi.


 

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