Quando parliamo dell'impatto dei cambiamenti climatici sul nostro pianeta, spesso trascuriamo quello che può avere sulla zootecnia mondiale. Ecco quindi il nuovo paper intitolato “Impacts of climate change on the livestock food supply chain; a review of the evidence” che analizza il problema da vicino portando nuovi spunti di riflessione in merito. A cura di Giacomo Rovelli ed Emiliano Lasagna - Università degli Studi di Perugia.
La review a cui si riferisce questa sinossi, considerati gli obiettivi stilati in un report del 2018 dall’IPCC, ha lo scopo di presentare l’impatto dei cambiamenti climatici sugli allevamenti e, in particolar modo, sulla filiera zootecnica. In primo luogo, le variazioni di temperatura e la disponibilità di acqua possono influenzare notevolmente le risorse foraggere e la qualità dei mangimi.
La sensibilità al cambiamento climatico varia a seconda del tipo di coltura ma le temperature superiori a 30-34°C generalmente deprimono la crescita delle stesse. L’innalzamento delle temperature può inoltre indebolire la difesa delle colture da parte di parassiti e erbe infestanti. Conseguenza di tutto ciò è la riduzione di foraggi da destinare agli allevamenti, in particolar modo a quelli intensivi, dove il fabbisogno giornaliero deve essere opportunatamente bilanciato.
Secondariamente, ma non per importanza, il cambiamento climatico scaturisce anche eventi metereologici estremi come forti tempeste, inondazioni, scioglimento superficiale dei ghiacciai, incendi, sempre meno rari in questo primo ventennio del ventunesimo secolo. La review riporta alcuni esempi. Nella Siberia Russa, i pastori nomadi di renne nel periodo primaverile migrano per centinaia di chilometri verso nuovi e rigogliosi pascoli. Queste rotte migratorie negli ultimi anni sono sempre più ostacolate a causa della comparsa di nuovi laghi o bacini idrici generati dallo scioglimento del permafrost a causa delle alte temperature.
In Malesia, nelle aree limitrofe a Carey Island, l’innalzamento del livello del mare, causato dallo scioglimento dei ghiacciai, impedirà entro il 2040, la produzione di olio di palma a causa della posizione geografica delle piantagioni. Questo fenomeno avrà implicazioni molto gravi sull’allevamento, in quanto si avranno perdite di materie prime per la produzione di farina di palma, spesso somministrata ai bovini negli allevamenti intensivi.
In Asia e in Medio Oriente, recenti epidemie di locuste del deserto sono state collegate a una serie di cicloni che generano aree paludose, adatte per la crescita e la proliferazione di insetti. In Etiopia, nell’Aprile 2020, quasi 200.000 ettari di terreno coltivato sono stati danneggiati dagli insetti, causando la perdita di oltre 356.000 tonnellate di grano, alimento chiave per l’alimentazione del bestiame nel paese.
Il riscaldamento globale quindi impone un drastico e urgente adattamento dei sistemi zootecnici. Il bestiame gioca molteplici ruoli oltre alla produzione di cibo per il mercato, soprattutto in sistemi di allevamento di piccole dimensioni. Gli animali infatti sono beni capitali che possono contribuire alla diversificazione del reddito. Il bestiame, inoltre, è spesso più resistente delle colture all'elevata variabilità climatica.
Adattamento e gestione del rischio nel tempo sono variabili che dovranno essere alla base di percorsi per fronteggiare il cambiamento climatico. Tali percorsi, ancora da chiarire completamente, devono tenere in considerazione la resilienza climatica e tutti i potenziali impatti che potrebbero verificarsi, compresi quelli con bassa probabilità ma grandi conseguenze, a causa delle notevoli incertezze future legate ai pericoli, esposizione e vulnerabilità, e le grandi potenziali conseguenze per il settore.
SINOSSI: Global Food Security, 2021, 28, 100488. “Impacts of climate change on the livestock food supply chain; a review of the evidence” di Godde CM, Mason-D’Croz D, Mayberry DE, Thornton PK, Herrero M. https://doi.org/10.1016/j.gfs.2020.100488
Sinossi realizzata nell’ambito delle attività condotte dalla Commissione ASPA “Adattabilità dei sistemi zootecnici ai cambiamenti climatici” e dal “Centro interuniversitario di adattabilità dei sistemi zootecnici ai cambiamenti climatici (ASIZOCACLI)”.
Comments