Una recente indagine NOMISMA realizzata per Fileni, dal titolo “I nuovi trend dei consumi alimentari di carne: i risultati dell’indagine realizzata per Fileni nell’ambito dell’Osservatorio “The World after Lockdown” ha messo in luce alcuni aspetti interessanti riguardo i consumi di carne. In particolare, quasi il 70% dei consumatori considera come driver di acquisto il rispetto del benessere animale e una percentuale quasi uguale il fatto che gli animali siano allevati all’aperto.
Se pensiamo che le abitudini alimentari degli italiani non siano cambiate durante il lockdown ci sbagliamo di grosso. Le preferenze della popolazione, infatti, si sono man mano orientate verso uno stile alimentare più salutare, scegliendo i cibi di maggiore qualità e più sicuri, sia per la provenienza che per le modalità produttive. Tre termini sono ormai entrati a far parte del nostro vocabolario alimentare, ossia Made in Italy, Km0 e Biologico, e ognuno di questi rappresenta l'attenzione sempre maggiore delle persone verso gli alimenti che scelgono di acquistare.
Uno sguardo ai dati: alcune risposte e molte riflessioni
Questi dati arrivano dall’indagine realizzata nell’ambito dell’Osservatorio The World after Lockdown di Nomisma, il quale ha come obiettivo quello di monitorare in maniera continuativa le abitudini, gli stati d’animo, i consumi e le aspettative legate al post Coronavirus di un campione di 1.000 italiani con un'età compresa tra i 18 e i 65 anni.
Il punto di partenza per l'indagine è stato quello di monitorare i cambiamenti che il Coronavirus ha avuto sulla qualità e stile di vita degli italiani: anche se sembra ovvio, la pandemia da Covid-19 ha stravolto i nostri schemi di acquisto, facendoci compiere un balzo in avanti su tematiche fino a poco tempo fa poco conosciute come quella della Sostenibilità.
La sicurezza del prodotto, e la sua sostenibilità in ambito non solo produttivo ma anche di vendita, sono solo alcuni dei punti cardine su cui si orientano le scelte alimentari. Inevitabilmente, anche il Made in Italy e il Km0 sono elementi decisivi - il 22% degli intervistati infatti dichiara di aver acquistato più prodotti con queste caratteristiche rispetto al periodo precedente. Importante anche l'aumento di interesse per i prodotti biologici con produzione sostenibile: proprio durante il lockdown nazionale, circa il 30% degli italiani ha iniziato a scegliere la tipologia di prodotti biologici rispetto a quelli tradizionali, mentre il 20% ha preferito i prodotti con minore impatto ambientale, e il 12% ha ritenuto il packaging sostenibile un elemento essenziale per determinare la scelta.
Ottime notizie, ma come interpretarle?
Tutti questi dati sicuramente ci portano notizie confortanti sulla maggiore consapevolezza acquisita da parte degli italiani durante un periodo così complesso come quello del lockdown, ma allo stesso tempo inducono alcune riflessioni, tra loro connesse, che non possono essere trascurate:
Ci piace pensare che gli animali siano sempre allevati al pascolo perché siamo convinti che sia garanzia di benessere (malgrado questo non sia sempre vero);
Anche le carni che provengono da sistemi di allevamento al pascolo, malgrado abbiano caratteristiche nutrizionali di pregio, spesso non incontrano il nostro gradimento (questa carne è troppo dura! È troppo rossa!! Ha un sapore troppo deciso!!!);
Anche se non possiamo ammetterlo (perché non sta bene), ci piacciono invece le carni che provengono da allevamenti intensivi perché sono tenere, chiare e con un sapore meno deciso.
In conclusione, poniamoci un'ultima domanda: come fanno gli allevatori ad accontentarci se nemmeno noi sappiamo di preciso cosa vogliamo?
Per consultare il documento completo, vi invitiamo a visitare il sito ufficiale di Nomisma al seguente link: https://www.nomisma.it/nuovi-trend-dei-consumi-di-carne-indagine-per-fileni/
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