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Redazione ASPA

Digitalizzazione e innovazione nelle aziende agricole italiane: gli ultimi dati di AISRe



La digitalizzazione nelle imprese è un tema sempre più importante da affrontare sia a livello regionale che nazionale, e qual é il panorama italiano contemporaneo? Il recente studio condotto da AISRe ci mostra il panorama nazionale e analizza il cambiamento delle imprese del settore, analizzando le statistiche e comparandole tra le diverse aree geografiche. Vediamolo nel dettaglio.


Nell’ ultimo decennio, nella Politica Agricola Comune (PAC) la digitalizzazione e l’innovazione sono considerate come le chiavi di volta per risollevare le sorti dell’agricoltura e dei comparti collegati.

Una molteplicità di studi hanno dimostrato l’impatto positivo dell’informatizzazione e dell’innovazione: una quota sostanziale della crescita della produttività agricola negli ultimi cinquant’anni è stata generata dagli investimenti innovativi e in ricerca e sviluppo.


L’attuale emergenza socio-sanitaria sta rendendo ancora più cruciale il ruolo della modernizzazione per rendere il settore agricolo più competitivo e resiliente. Nel Piano italiano per l’attuazione della PAC vi è, tra gli obiettivi, quello di incrementare proprio la digitalizzazione delle aziende agricole. Anche il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR), adottato in coerenza con il programma Next Generation UE, ha tra gli assi strategici quello dell’Innovazione e digitalizzazione.


L’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ha appena concluso l’ultimo Censimento Generale dell’Agricoltura a carattere decennale, rivolto a tutto l’universo delle aziende agricole presenti in Italia. La rilevazione censuaria ha raccolto dati in relazione a tutti gli aspetti caratterizzanti il settore agricolo e zootecnico italiano, inclusi alcuni quesiti specifici volti ad analizzare sia il grado di informatizzazione sia la presenza di innovazione, rilevata per la prima volta nelle indagini censuarie. I dati raccolti confermano la presenza di un processo di modernizzazione in atto nel mondo agricolo italiano, in particolare nel settore zootecnico.


Nonostante l’incidenza delle aziende digitalizzate sia aumentato di circa quattro volte rispetto al 2010 e il dieci per cento abbia effettuato almeno un investimento innovativo, permangono differenze territoriali e tipologiche molto ampie. L’obiettivo dell'indagine è stato quello di analizzare il livello informatico e innovativo delle aziende agricole in relazione alle loro caratteristiche strutturali, territoriali, individuali e tipologiche. Inoltre, si sono state le aziende agricole più modernizzate sia in termini di digitalizzazione e innovazione, individuando le caratteristiche, la localizzazione e le caratteristiche che favoriscono il processo di avanzamento tecnologico dell’agricoltura italiana.


Infine, è stato svolto un focus sulle aziende zootecniche, per monitorare la diffusione e le tipologie di strumenti di precisione adottati dalle aziende zootecniche presenti sul territorio nazionale, tenendo in considerazione anche i dispositivi digitali indossabili (wearable device) ed ai dati da essi rilevati.


L’obiettivo del presente lavoro è quello di utilizzare i dati censuari per leggere la modernizzazione delle aziende agricole italiane alla luce del 7° Censimento dell’Agricoltura 2020. A tal fine, oltre a un’analisi descrittiva approfondita dei fenomeni della digitalizzazione e dell’innovazione, si è applicato un modello logistico individuare il ruolo delle dimensioni individuale, strutturale, territoriale e tipologica nella propensione a digitalizzare e innovare delle aziende agricole italiane.


La parte finale riguarda un approfondimento sulla Precision Livestock Farming (PLF). I dati utilizzati provengono dall’Indagine sulla consistenza del bestiame bovino, bufalino, suino e ovi-caprino 2020, in particolare sulla zootecnia di precisione (PLF) che consiste nell’insieme degli strumenti che permettono di monitorare e ottimizzare diverse operazioni all'interno delle aziende zootecniche per ottenere una maggiore redditività, valorizzare il benessere animale e ridurre l’impatto ambientale. Il focus indaga la diffusione e le tipologie degli strumenti principalmente usati, tenendo in considerazione anche i dispositivi digitali indossabili (wearable device) ed i dati da essi rilevati.


I primi dati mostrano che l'informatizzazione nel 2020 è pari al 15,8%, quattro volte superiore rispetto a quella rilevata con il Censimento del 2010 (pari al 3,8%). La distribuzione territoriale delle attrezzature informatiche continua a penalizzare il Sud (solo il 6,7% delle aziende informatizzate è localizzato in tale ripartizione) e le Isole (10,3%) che tuttora soffrono di un forte divario rispetto al Centro (16,1%), al Nord-ovest (32,9%) e soprattutto al Nord-est (33,5%), trainato dalle province autonome di Trento (52,8%) e Bolzano (60,8%).


Nonostante il processo di modernizzazione abbia riguardato anche l’universo femminile, sono le aziende gestite da uomini sono più informatizzate rispetto a quelle con capo azienda donna (17,7% verso 11,6%). Le varie informazioni relative al capo azienda rivelano che l’età giovane aumenta l’incidenza della digitalizzazione. Infatti, si passa da oltre il 32,2% per capo azienda under45 al 7,6% per capo azienda ultrasessantaquattrenni.


Anche il titolo di studio discrimina la presenza di informatizzazione. Infatti, essa tende a concentrarsi nelle aziende gestite da un capo azienda istruito e specializzato: in particolare la digitalizzazione è più diffusa nel caso di titoli di studio a indirizzo agrario.


Le prime considerazioni indicano che, al giorno d'oggi, all’allevatore si chiede oltre all’attività tradizionale di svolgere anche il “mestiere” di analista di una mole di dati derivanti dai dati in cloud, che può essere imponente ma la disponibilità di capitale umano in possesso delle competenze necessarie per usare strumenti tecnologici evoluti non è sempre accessibile.


La scelta del digitale come investimento necessario anche se costoso, è e sarà nei prossimi anni un elemento di innovazione per la competitività e la sostenibilità delle produzioni delle aziende zootecniche, che però purtroppo soffrono ancora un forte divario digitale a livello territoriale.


 

Fonti:

L'articolo è un estratto della seguente ricerca:

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