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La tecnologia è ormai diffusa in ogni settore economico e sociale, e la zootecnia non fa eccezione: i dati ISTAT del 2020 raccontano una realtà nazionale che vuole crescere e proiettarsi verso il futuro. Vediamo come.
Automatizzazione del lavoro, controlli più precisi e approfonditi, fino ai sistemi integrati: queste innovazioni sono entrate a far parte del mondo zootecnico italiano, e i dati raccontano già un trend in crescita su tutto il territorio. Secondo l'ultimo report Istat del 2020, il 38,5% delle aziende zootecniche ha una gestione informatizzata degli allevamenti, rispetto al 6.6% rilevato nel (non troppo) lontano 2020. Inoltre, quasi il 53% delle aziende del settore dispone di una connessione in banda larga, che supera l'80% nelle aziende con almeno 5 operatori.
Anche il divario tra Nord e Sud resta purtroppo ancora ampio, con il 60% degli allevatori del Nord ormai dotati di rete di connessione dati veloce, mentre solo un terzo di quelli del Sud può permettersi questa tipologia di servizio.
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L'utilizzo di tecnologie IoT (Internet of Things) e dell'Intelligenza Artificiale è ormai prassi per molte aziende zootecniche professionali, soprattutto in quelli di ruminanti e suini, anche perché questa viene riconosciuta ormai come unica via per competere sul mercato. Non senza un prezzo da pagare, soprattutto per i tanti che non hanno risorse sufficienti per adeguare l'azienda al progresso tecnologico.
Ma quali sono i cambiamenti avvenuti nel settore?
Innanzitutto grazie ai sistemi di automazione come quelli della mungitura robotizzata e dell'alimentazione si è visto un miglioramento nell'efficienza produttiva e nel benessere animale in generale. Su quest'ultimo hanno contribuito anche i maggiori controlli effettuati ciclicamente che hanno permesso un monitoraggio più accurato sui capi per prevenire le patologie.
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I sistemi informatici di monitoraggio - circa il 47% - e quelli di monitoraggio dell'attività produttiva e riproduttiva della mandria - il 41% - sono alcune delle misure adottate negli ultimi anni, assieme ai sistemi deputati per la gestione in remoto dell'identificazione degli animali (29.9%) e i robot di mungitura (21.3%).
Ad ultimo, anche dal punto di vista ambientale le nuove tecnologie hanno permesso un minore impatto degli allevamenti, con appena il 5% di emissioni contro il 14% che rappresenta la media mondiale.
Quali scenari per il futuro?
Anche se il settore zootecnico sembra fare passi da gigante verso l'innovazione, la strada da percorrere è ancora lunga. Molte realtà industriali del settore infatti non sono ancora completamente inserite nel percorso di innovazione tecnologica, la quale riguarda ad esempio la conservazione dei dati acquisiti: i sistemi in Cloud, infatti, sono adoperati ancora da poche aziende che preferiscono, invece, solamente quelli di posta elettronica, compromettendo così la condivisione dei dati.
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Anche dal punto di vista della comunicazione digitale la strada da percorrere è ancora lunga, dal momento in cui la presenza sui social media delle aziende è ancora decisamente scarsa. Ecco perché anche l'introduzione di percorsi formativi focalizzati sulla promozione di questi servizi è un passo che, prima o poi, tutte le aziende dovranno compiere.
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