L'allevamento di razze autoctone rappresenta oggi una importante risorsa per la zootecnia, sia nel campo della preservazione genetica, che per favorire la sostenibilità ambientale degli allevamenti. Un recente studio ha approfondito la diversità genetica all'interno della popolazione suina "Nero dell'Aspromonte" e la sua relazione con diverse razze suine italiane, per migliorare le strategie di allevamento della stessa. Di seguito l'approfondimento.
Le razze suine autoctone rappresentano importanti risorse genetiche e svolgono un ruolo cruciale nell'allevamento sostenibile per vari motivi. Queste razze possiedono spesso caratteristiche genetiche uniche che le rendono ben adattate al clima e alle pratiche agricole locali e sono spesso profondamente intrecciate con il patrimonio culturale di una regione. Utilizzandoli per la produzione di prodotti tipici, si sostengono le pratiche agricole tradizionali, si mantengono l'identità e il patrimonio culturale e si aggiunge valore alle economie locali.
In Italia, i prodotti a base di carne locali svolgono un ruolo significativo e contribuiscono alla ricca tradizione culinaria e all'identità culturale del Paese. Ad esempio, nella regione Calabria il maiale Apulo Calabrese (AC) è una nota razza autoctona italiana, le cui origini risalgono all'epoca romana. Questa razza è caratterizzata da animali a crescita lenta, che vengono utilizzati per produrre salumi di alto valore.
È interessante notare che nella stessa regione, secondo gli allevatori locali, un numero significativo di suini di razza AC è sempre stato allevato nell'area di Polsi, in Aspromonte, in completo isolamento.
Questa sottopopolazione è stata riconosciuta localmente e tradizionalmente come una coorte distinta, nota come suini Nero d'Aspromonte (NA). Questa popolazione di suini ha rischiato l'estinzione, che è stata evitata grazie agli sforzi di recupero condotti dalla Cooperativa di suini NA a partire dai primi anni 2000. La Cooperativa è composta da 25 allevatori, 2.000 animali e alcuni piccoli laboratori di trasformazione. Le aziende sono situate principalmente nell'area dell'Aspromonte, dove i suini sono allevati in condizioni estensive e semi-estensive.
L'isolamento dei suini NA non è dovuto solo all'isolamento geografico dell'area, che ha limitato le interazioni con i suini AC, ma anche alla gestione intenzionale dell'allevamento da parte degli allevatori locali, che hanno scambiato i maschi tra le aziende. Essi hanno consapevolmente mantenuto una strategia di allevamento che ha tenuto separati i suini NA dai suini AC originari, riconoscendo l'importanza culturale ed economica di questa sottopopolazione. Recentemente è cresciuto l'interesse per l'utilizzo della carne dei suini NA per prodotti locali e tradizionali. Questo interesse deriva dal comportamento naturale di pascolo di questa sottopopolazione, che può contribuire alla produzione di carne di alta qualità e potenzialmente più saporita.
Ciò è in linea con le preferenze dei consumatori che cercano prodotti con un'attenzione particolare al gusto e ai benefici per la salute e con gli sforzi degli agricoltori per ridurre l'impatto ambientale. In particolare, la propensione al pascolo di questa razza può contribuire a pratiche agricole sostenibili e rispettose dell'ambiente, riducendo il degrado ambientale, promuovendo un migliore utilizzo delle risorse naturali e diminuendo la dipendenza dall'agricoltura intensiva. In questo contesto, informazioni complete sui parametri fenotipici e sui sistemi di produzione unici sono essenziali per lo sviluppo di programmi efficaci di allevamento, gestione e conservazione della razza. Inoltre, un'adeguata caratterizzazione genetica è fondamentale non solo per valutare la composizione genetica di una popolazione rispetto ad altre, ma anche per preservare le caratteristiche genetiche specifiche che definiscono la popolazione.
Ciò è particolarmente importante per affrontare le sfide di una popolazione effettiva di dimensioni ridotte all'interno delle popolazioni locali, che spesso sperimentano livelli elevati di consanguineità, soprattutto quando si sono recentemente riprese da una situazione di quasi estinzione. Questo problema può portare a una riduzione della diversità genetica, che a sua volta può avere un impatto negativo sulla salute generale e sulle prestazioni della popolazione.
Le attività di ricerca incentrate sulla conservazione sostenibile delle risorse genetiche animali, in particolare nel contesto delle razze suine autoctone europee, sono diventate sempre più importanti a fronte della progressiva marginalizzazione a livello mondiale causata dalla maggiore redditività delle razze commerciali. Questi studi mirano a comprendere e preservare le caratteristiche uniche delle razze suine locali, considerando sia gli aspetti fenotipici che genetici.
Le razze locali sono spesso importanti per lo sviluppo di prodotti a marchio “monorazza”, che di solito fanno parte di un'importante catena di valore di nicchia che garantisce un prezzo premium agli agricoltori incoraggiati ad allevare queste razze meno produttive. Inoltre, le razze locali presentano tipicamente robusti adattamenti ai loro ambienti specifici, caratteristiche che diventano particolarmente preziose nel contesto dei cambiamenti climatici e delle epidemie.
Lo scopo di questo studio è stato quello di indagare la diversità genomica, il livello di consanguineità genomica e la struttura di popolazione dei suini NA utilizzando i dati generati dall'array Illumina GGP Porcine. La diversità genetica all'interno di questa popolazione e la sua relazione con diverse razze suine italiane sono state esplorate, in particolare rispetto ai suini AC. I risultati di questo studio possono fornire indicazioni preziose per le strategie di allevamento e le pratiche di gestione genetica volte a preservare l'integrità genetica della popolazione di suini NA e a garantire un patrimonio riproduttivo sano e sostenibile.
Conclusioni e possibili sviluppi dello studio
Questo studio riporta la prima caratterizzazione genetica della sottopopolazione di suini NA all'interno della popolazione AC. Abbiamo trovato prove che confermano la derivazione di questa popolazione dalla razza AC e la probabile commistione con altre razze. Insieme all'isolamento genetico e alla deriva genetica, questi fattori hanno contribuito a formare le caratteristiche genetiche che contraddistinguono questa popolazione.
La descrizione genetica riportata in questo studio può aiutare a costruire un programma di conservazione appropriato di questa risorsa genetica e a caratterizzarne ulteriormente l'adattamento e il potenziale produttivo in sistemi di produzione marginali.
Fonti:
Il presente articolo è un estratto della pubblicazione intitolata "Genetic characterisation of the Nero d’Aspromonte pig population in Southern Italy" presente sull'Italian Journal of Animal Sciences e consultabile in versione integrale al seguente link:
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