
Negli ultimi decenni le direttive europee e nazionali sulla gestione degli animali da allevamento è stata molto approfondita, almeno per gli animali più comuni. Tuttavia, la gestione degli equidi risulta una materia ancora poco indirizzata, questo è sicuramente dovuto in parte al fatto delle diverse finalità del loro allevamento e lo scarso approfondimento in materia di benessere di questi animali. Uno studio recente ha voluto verificare quale fosse lo scenario della gestione del Cavallo da Tiro Pesante in Italia, e quali miglioramenti possano essere attuati. Di seguito l'approfondimento.
Negli ultimi decenni, l'interesse per il benessere degli animali è aumentato in modo esponenziale. I consumatori, soprattutto in Europa, stanno diventando sempre più consapevoli delle questioni legate al benessere degli animali e il 60% di loro ha dichiarato di essere disposto a pagare di più per prodotti provenienti da sistemi di allevamento rispettosi del benessere animale. L'Europa ha quindi investito risorse per produrre pareri scientifici che fornissero la base per solide leggi sulla protezione degli animali.
Negli ultimi decenni sono state quindi emanate leggi europee per gli animali da allevamento in generale (Direttiva 98/58/CE del Consiglio del 20 luglio 1998) e successivamente per le singole specie animali, tra cui il pollame (Direttiva 2007/43/CE del Consiglio del 28 giugno 2007), i vitelli (Direttiva 2008/119/CE del Consiglio del 18 dicembre 2008) e i suini (Direttiva 2008/120/CE del Consiglio del 18 dicembre 2008).

Tuttavia, la situazione dei cavalli è diversa da quella degli altri animali da allevamento. Solo di recente la Commissione europea ha ricevuto il mandato di indagare sui sistemi di allevamento degli equini e sui problemi di benessere in Europa. Gli equidi hanno un ruolo diverso in Europa e, sebbene la maggior parte delle nazioni li consideri animali puramente sportivi o da compagnia, ci sono ancora Paesi in cui il consumo di carne equina ha una tradizione radicata. Tra i principali vi sono l'Italia, il Belgio, la Spagna e la Francia.
A causa di questa complessità, garantire il benessere della specie equina è una sfida ancora più grande. Per comprendere meglio i principali problemi di benessere del cavallo, è necessario innanzitutto conoscere i metodi e le pratiche di allevamento nei diversi Stati membri.
In Italia, il cavallo pesante italiano (IHDH) è una realtà stabile. Questo cavallo autoctono italiano è allevato principalmente per la produzione di carne. Ciononostante, l'IHDH non è allevato solo per la carne, ma viene utilizzato anche per i lavori pesanti nei boschi, per gli spettacoli e per lo sport, e queste altre attitudini sono in crescita negli ultimi anni.
Conta circa 7000 soggetti iscritti, di cui 5000 attivamente coinvolti in programmi genetici per il miglioramento e la conservazione della razza, ed è diffusa in quasi tutte le regioni d'Italia. Tuttavia, ad oggi, gli studi su questa razza sono pochi e riguardano principalmente l'area della genetica e della qualità della carne.
Per quanto riguarda la gestione della razza, è stato riportato che viene allevata in sistemi di stabulazione intensiva al chiuso, soprattutto nel Nord Italia, e in condizioni estensive soprattutto nelle regioni del Centro Italia. Questi sistemi comportano pratiche di gestione diverse e di conseguenza in letteratura sono riportati rischi diversi per il benessere.

Ad esempio, i cavalli tenuti in box individuali con pochi o nessun contatto con i conspecifici possono sviluppare stereotipie. Al contrario, i cavalli allevati in sistemi estensivi possono avere altri problemi di benessere, come lo stress termico, la predazione, una minore supervisione umana sulla salute e una manipolazione poco frequente. Tuttavia, si sa poco sulle pratiche di allevamento e sullo stato di benessere degli IHDH.
Gli autori hanno ipotizzato che:
le pratiche di gestione e i problemi di benessere degli IHDH sono correlati all'esperienza dell'allevatore e al tipo di sistema di allevamento;
la frequenza delle patologie è correlata alle diverse pratiche di gestione.
Date queste premesse, l'obiettivo del presente studio è stato quello di raccogliere informazioni attraverso un'indagine sulle pratiche di allevamento e sulle problematiche di benessere degli IHDH in Italia e di trovare possibili associazioni tra di esse.
Conclusioni e possibili sviluppi dello studio
Questo studio ha fornito risultati preliminari sulle pratiche di stabulazione e gestione degli IHDH in Italia e sui principali problemi di benessere. In generale, sono state riscontrate buone pratiche di alloggiamento, alimentazione e cura, con cavalli tenuti principalmente in gruppo e in modo estensivo, con fieno e acqua quasi sempre ad libitum e sempre con trattamenti di sverminazione.
D'altro canto, sono stati evidenziati alcuni problemi di benessere e pratiche che devono essere migliorate. I controlli sanitari da parte dei veterinari non erano frequenti, le cure dentarie spesso non venivano eseguite e la rifilatura degli zoccoli veniva effettuata solo in caso di necessità, ma non era programmata.

Come ci si aspettava, gli allevatori esperti avevano aziende con finalità multiple e più spesso allevavano i cavalli in gruppo. I sistemi intensivi aumentavano la probabilità di avere cavalli con almeno una patologia ed erano anche associati a cavalli con diarrea, confermando la nostra seconda ipotesi. Inoltre, la marchiatura a fuoco era ancora diffusa, mentre l'addestramento alla cavezza non veniva sempre effettuato, soprattutto nei cavalli allevati in sistemi estensivi. Pertanto, investire sulla formazione degli allevatori e promuovere corsi sul benessere e l'addestramento dei cavalli sembra una possibile soluzione per migliorare i punti critici della gestione di questa razza.
I nostri risultati sono preliminari, ma questa prima panoramica può fornire importanti informazioni sulle pratiche e sui punti critici dell'allevamento IHDH e fornisce una finestra sulla realtà nazionale della gestione locale della razza, che potrebbe essere utile nel contesto europeo per raccogliere informazioni sul benessere dei cavalli negli allevamenti.
Fonti:
Il presente articolo è un estratto della pubblicazione intitolata "Management and welfare of the Italian Heavy Draft Horse" e consultabile integralmente nell'Italian Journal of Animal Sciences al seguente link:
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